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Non fare di me uno stereotipo: i Furry

Stereotipo:

In psicologia, qualsiasi opinione rigidamente precostituita e generalizzata, cioè non acquisita sulla base di un'esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali.

 

Riuscite a ricordare quante volte avete stereotipato qualcuno solo basandovi sull’aspetto o il comportamento, nell’arco della giornata? Forse tante volte, forse un paio… ma di sicuro almeno una volta. Siamo onesti, tutti quanti facciamo stereotipi sulle persone che ci circondano. Ma è una cosa che ci viene insegnata fin da piccoli, oppure è nella nostra natura etichettare gli altri?

Sta di fatto che lo facciamo sempre sia per prendere in giro o per denigrare qualcuno, spesso senza preoccuparci di indagare dietro l’apparenza del soggetto.

Da un punto di vista più “innocente”, gli stereotipi sono presenti nella nostra vita fin da quando siamo piccoli: ci vengono presentati nelle fiabe con il cattivo che vuole fare del male agli altri, il principe buono e coraggioso, il vecchio mago saggio e cauto e così via dicendo… figure che, in questo caso; ci aprono la strada per aiutarci a distinguere tra persone buone e cattive e la differenza tra bene contro male. Poi crescendo le cose cambiano, ci rendiamo conto che questa distinzione perde importanza e non ci si ferma più ad analizzare con correttezza la figura, tendendo purtroppo a cadere sull’aspetto più negativo della questione:

Una persona grassa verrà stereotipata come quello pigro, che mangia sempre e combina guai.

Una ragazza che cura il suo aspetto come vanitosa e frivola.

Una persona troppo timida come asociale e chiusa sempre nel suo mondo.

Potrei andare avanti all’infinito con molteplici esempi, tanto il risultato è lo stesso.

Di certo non aiutano i mass media che sugli stereotipi ci fanno soldi a palate con le pubblicità, il telegiornale, le sitcom che non fanno ridere e tanta altra roba inutile. Anche nei fumetti e nei libri i modelli etichettabili non mancano, ma attraverso il mezzo televisivo, che può dargli forma e voce, l’impatto è molto forte e difficile da dimenticare.  

 

Neanche i passatempi più innocui vengono risparmiati.

Per questo articolo, prenderò come esempio un mondo tanto innocente quanto… bizzarro. Qualcuno ha mai sentito la parola “furry”? Ebbene, il Furry fandom è un fandom incentrato su personaggi immaginari, animali antropomorfi con personalità e caratteristiche umane. La fantascienza e i generi fantasy utilizzano spesso l'antropomorfismo, e quindi sono particolarmente diffusi e apprezzati nel furry fandom. Chi mi segue per i miei disegni avrà visto spesso che realizzo disegni con questi soggetti, ma non mi definisco un’artista Furry, mi piace solo disegnarli. Tutto qui.

Ebbene, qualche giorno fa mi era capitato sotto gli occhi il post di un follower collegato al problema di cui stiamo discutendo.

Molti artisti (me inclusa) disegnano antropomorfi per semplice scelta stilistica e non vanno oltre questo. Semplice e puro divertimento. Una mia scelta artistica, insomma. Molta gente però associa questo termine alle azioni di una ristretta cerchia di gente che fa parte di quel mondo, infangandolo. In poche parole: se disegni furry, sei un maniaco.

Niente di più falso. Purtroppo, è così dagli inizi e lo sarà fino alla fine.

Citando qualcuno: “Un po' come dire che un artista che fa manga è necessariamente un hikikomori de 180 chili con i cuscini con le lolita nude sopra.”

 

Il mondo furry ha molta più storia di quel che crediate e come si divide la storia dell’umanità in ere o secoli, anche esso ha i suoi “periodi storici” che definiremo però come ondate.

Un’utente mio conoscente (e talentuoso artista furry), mi dato una piccola lezione di storia a proposito e l’ho trovata molto interessante. Riporto quanto spiegatomi:

 

La critica nasce un po' dal fatto che buona parte del fandom dalla terza ondata in poi (la terza ondata è quella nella quale sono nate le fursuit) ha contribuito a dare una nomea pessima al fandom;

complici i mass media pure.

Il problema è che chi è esterno al fandom sente la parola "furry" e la associa alla parte tossica

 

La prima ondata di furry erano i pionieri, quelli che hanno pensato ad un fandom mirato all'antropomorfismo nei media (disney, don bluth, cartoni, fumetti...) ed erano gli anni 70.[…]

Negli anni 90 si hanno i primi assaggi di arte digitale e internet (sabrina online, etc).

La terza ondata è l'ondata in cui i furry volevano una loro identità e non essere più solo "un gruppo di gente con in comune la passione per gli animali antropomorfi nei media"...e quindi anche con l'avvento di internet, è nato lo stile furry classico (quello delle fursuit), le fursuit, convention incentrate su quello, una maggior diffusione su internet però in questa chiave e.… purtroppo pure le cose brutte come il rainfurrest e altre cose analoghe

Chi è esterno alla sottocultura furry e non ne sa la storia, ovviamente tende ad associare la parola furry a queste cose. E là non puoi metterti a fare spiegoni che la gente non capisce per mancanza di basi (conoscere tutto il fandom e la sua storia), devi liquidare con risposte semplici: Tipo "No, quello non c'entra nulla... pensa a cose tipo robin hood disney, beastars, bna. Ecco, faccio quello"

 

E quindi succede che se dici "Disegno animali antropomorfi" qualcuno ti dice "I furry? ma non so quelli che fanno orge vestiti da animali negli hotel?

Al che mi chiedo, delle volte "Ma tutte le volte che ve siete letti topolino allora automaticamente eravate furry".

Insomma, trovare tutte le volte a dover spiegare che una scelta stilistica non implica cose strane è un po' frustrante e questo spiega pure un po' il perché molti artisti anthro (me incluso) prendono un po' le distanze."

 

Per concludere, l’ambiente del furry non è un brutto posto, dipende tutto dalla gente che incontri. Ed è una sfortuna che siano proprio i soggetti negativi ad alimentare il continuo giro dei troppi preconcetti che ormai infangano il buon nome del fandom.

Il fatto che ci sia un pregiudizio così forte esclusivamente per lo stile antropomorfo preclude a molta gente di conoscerne il lato migliore e trovare il divertimento. Sarebbe il caso che le nuove generazioni imparasse la storia dietro questa strana parola, così da comprendere meglio quanto è stata lunga e travagliata fino ad oggi la sua strada.

 

 

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