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Scuole di fumetto, son buone davvero?

La scuola, si sa, è il luogo in cui ci si fa una cultura.

Dalle elementari al liceo lo Stato tenta di insegnare ai giovani la storia del paese e del mondo sfruttando varie materie come la lingua, l’economia e via dicendo. Approdando all’università invece ci insegnano a specializzarci in una sola materia che poi un giorno ci permetterà (se Dio vuole) di farci trovare il lavoro dei nostri sogni.

 

Ci sono scuole e scuole.

 

Alcuni sono istituite per insegnare un lavoro per chi non ha potuto completare degli studi specializzati, altre per istruire ad uno sport oppure ad una pratica raffinata come il ballo, ed anche per prepararsi ad un tipo di arte. Le scuole di fumetto rientrano in questa categoria, ma non consideratele come dei semplici corsi per imparare un hobby.

Negli anni, con la crescente attenzione nei confronti nel mondo del fumetto e la ricerca di nuovi talenti nel nostro bel paese, hanno permesso la realizzazione di questi luoghi. Il fumetto italiano c’è ed esiste da tanti anni, ma ha sempre avuto difficoltà a farsi notare con il giusto merito, soprattutto da quando sono approdati i Comic dall’America e i Manga dal Giappone. Per permettere a questi artisti nascosti di emergere dall’anonimato, professionisti del settore hanno messo in gioco le loro risorse e conoscenze.

“La prima scuola di fumetti (o di comics, che dir si voglia) e in Italia è stata La Scuola Sperimentale del Fumetto (Roma) che iniziò i suoi corsi nel 1978. Più esattamente prima di allora esisteva, nella nostra penisola, solo la scuola di Lucca diretta da Saverio Bruschini, un professore di disegno. La Scuola Sperimentale del Fumetto fu perciò la prima struttura didattica creata da un professionista del settore, con il preciso scopo di consentire ai giovani disegnatori un ingresso nel mondo dei fumetti bypassando il tradizionale percorso di apprendistato negli "studi". Dunque, prima che cominciassero la loro attività altre iniziative similari, come Il Laboratorio e La Scuola Internazionale dei Comics a Roma o la scuola di Milano. Il suo fondare fu Eugenio Sicomoro.

[link diretto all’articolo: https://www.afnews.info/wordpress/2010/02/16/quale-fu-la-prima-scuola-di-fumetto-lo-dice-sicomoro/]

 

Come funziona una scuola di fumetto? È davvero così utile?

Io, per mia esperienza personale da ex studentessa; risponderei di sì.

Ma è una risposta che vale solo per me. Di sicuro non tutti possono dire di aver avuto belle esperienze.

 

La scuola che ho frequentato io -La Comics di Firenze, divenuta poi The Sign – era ben fornita di aule di studio, professori in gambe e materie interessanti. La triennale di fumetto ha saputo istruirmi su tutti quegli aspetti importanti per rendere un fumetto funzionale, alcune cose le sapevo già di mio da autodidatta, ma avere al mio fianco qualcuno esperto che mi insegnasse i trucchi del mestiere è stato manna dal cielo.

In pratica non ho imparato solo a disegnare bene.

Ho imparato a costruire un disegno sia da un punto di vista pratico che teorico.

Negli stessi anni e dopo, galvanizzata da questo posto che è sempre stato il mio sogno frequentare, ho colmato altre lacune con altri corsi importanti quali la sceneggiatura e la colorazione digitale. Ho conosciuto un sacco di gente in gamba, gli insegnanti poi sono stati di grande supporto e ci hanno fatto divertire con aneddoti sul loro lavoro (studiare non è mai stato così piacevole).

Lo ammetto, ci sono state quelle due/tre materie che non mi sono piaciute… ma è impossibile che tutto possa piacere, giusto?

A parte questo, nel mio cuore porterò sempre il ricordo di quei bei momenti trascorsi in quel piccolo grande posto.

Proprio perché mi ci sono trovata bene mi sono stupita di sentire pareri discordanti.

Ci tengo a precisare che tali esperienze sono dipese da vari fattori non sempre favorevoli ed è giusto che ognuno si esprima sinceramente.

Alla fine, la scuola di fumetto è una scuola.

Anche qui dentro si può andare incontro a problemi nei riguardi dello studio stesso o dei professori, perché l’ambiente non è stato stimolante a dovere oppure si sono trovati interessi diversi.

Motivi tutti molto validi, ma che rischiano causare la perdita di entusiasmo nei confronti di qualcosa che si ama.

Sarò onesta: per quanto queste scuole asseriscono che se ne uscirà come i prossimi Mirka Andolfo o Andrea Castellan “Casty”, non tutti riusciranno a raggiungere il successo (guardate me, per esempio).

È brutto da dire ma è così.

Il mondo del fumetto può essere pieno di soddisfazioni e darti onori, ma è anche spietato e ti spolpa fino all’osso. Ci vuole abilità per farsi notare… ma anche tanta fortuna (che sarebbe il caso di chiamare botta di culo).

 

Le scuole di fumetto forse non saranno un trampolino di lancio per tutti, di certo però sono un grande aiuto per diventare bravi fumettisti, animatori o sceneggiatori.

 

Senza di loro molta gente sarebbe rimasta con un sogno nel cassetto, dando felicità a chi riusciva ad esprimersi col attraverso le forme e i colori.

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