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L’invidia è una gran brutta bestia.

“Non sono geloso. Sono invidioso. La gelosia è la paura che qualcuno ti prenda quello che hai, l’invidia è volere quello che ha un altro. Quella che sento io è invidia.”  Ci spiegava con sorprendente precisione quel grande uomo che era Homer Simpson.

E aveva ragione.

Invidia e gelosia non sono affatto la stessa cosa.

Sono due emozioni che dall’alba dei tempi moderni hanno causato non pochi guai a noi essere umani, facili prede degli istinti più violenti e aggressivi. Spesso risaltano in ambito sentimentale, tra giochi di coppia e tradimenti neanche fossimo su “Beautiful”, ma colpiscono anche altri aspetti come l’amicizia, il posto di lavoro e persino lo stesso nucleo familiare. 

Se dici di non essere mai stato geloso/invidioso di qualcuno, sei un bugiardo.

Manifestiamo fin da piccoli questo tipo di sentimento, forse un po' più innocentemente rispetto a quando lo si prova da adulti, che invece tende ad accecare la ragione e il buonsenso. 

 

Parliamo dell’invidia. L’invidia è anche uno dei sette peccati capitali (e da cui una volta la Magnum ne fece un gelato che purtroppo non riuscì a mangiare); nonché una delle più infide.

Non vuol dire che sia più importante rispetto alla gelosia, di certo, però; è quella che si prova più comunemente.

A volte basta poco per scatenare questa scintilla maligna: ad esempio, quando a scuola i professori fanno i paragoni tra i voti degli studenti, a casa con le abilità tra fratelli, in ufficio se un impiegato riesce ad ottenere più successo rispetto a qualcun altro nonostante abbiamo faticato allo stesso livello. Insomma, può accadere in qualsiasi momento ed involontariamente.

Søren Kierkegaard diceva dell’invidia, affiancandola all’ammirazione:

«L'invidia è ammirazione segreta. Una persona piena di ammirazione che senta di non poter diventare felice abbandonandosi [rinunciando al proprio orgoglio], sceglie di diventare invidiosa di ciò che ammira...L'ammirazione è una felice perdita di sé, l'invidia un'infelice affermazione di sé.»

Leggendo questa frase mi sono resa conto, per esperienza personale; che è vera.

Quando ero ragazzina (12 anni, tempi delle medie) invidiavo le abilità artistiche di mia sorella. La vedevo così brava e talentuosa che non potevo che essere un po' arrabbiata; sia con me stessa che con lei; visto che lei riusciva in qualcosa che io, al contrario; non mi vedevo a realizzare. Tanto mi sono lamentata che mia sorella ad un certo punto mi ha dato una bella lezione: mi ha costretto ad imparare a disegnare, e nonostante il mio scetticismo iniziale sono riuscita nell’impresa.

Da quel giorno non ho più provato invidia, solo ammirazione per quella gran donna che è oggi.

Sono felice di essere riuscita a cambiare, purtroppo molto spesso questo tarlo non si elimina facilmente e tende a consumare il cuore dell’individuo.

 

È brutto vedere un sacco di persone criticare negativamente qualcosa o qualcuno solo per invidia. Spesso non si può nemmeno annunciare la riuscita di un progetto o una lieta notizia che arriverà l’invidioso di turno a guastare la festa.

Cioè, che ti ottieni a fare commenti cattivi? Stai solo dimostrando di essere uno stronzo. 

Mai, come in questi casi; è importante ascoltare la voce della ragione.

Da artista, cerco sempre di trovare nuove idee per attirare l’attenzione dei follower, che sia con una serie di fumetti che faccia ridere, oppure uno sconto sulle commissioni. Non ho sempre successo. I colleghi invece, tirano fuori delle idee niente male che aumentano la loro notorietà e in quei momenti un po' di rabbia mi viene. 

Quando mi rendo conto di star cominciando a meditare troppo su quanto sia ingiusto che gli altri riescano ad avere successo e io no…. torno sui miei passi, dando uno schiaffo immaginario al mio ego, e mi dico: “Lui/lei sta faticando quanto te per realizzarsi. Smettila di essere stronza. Vai avanti con le tue idee.”

È così torno ad essere una persona normale e trasformo la negatività in positività, augurando felicità e successo a quella persona. Augurare il bene agli altri da molta più soddisfazione del mandargli frecciatine. Il fatto che io riesca a fare ciò, lo devo solo al Buddismo, ai pomeriggi con la psicologa ed anche al desiderio di cambiare me stessa e il mio modo di pensare. 

Credo che molte persone gioverebbero di questo processo.

Quante cose risultano inutili e sciocche quando apri gli occhi.

 

Oh, a me è andata bene…. Peccato che tale epifania non succeda a tutti. Ci si risparmierebbe un sacco di drammi, discussioni e cuori spezzati. 

 

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