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Truffe di lavoro

Voglio raccontarvi un’esperienza surreale che mi è capitata all’inizio di settembre.

Ossia di quella volta che ho quasi rischiato di finire a lavorare per uno di quei posti che fanno servizio vendita porta a porta.

A salvarmi, è stata la mia natura titubante. Incredibile, che un mio difetto mi abbia aiutata.

 

Piccola nota informativa per chi (difficilmente) non conosca questo tipo di “lavoro”: I venditori porta a porta sono coloro che, con o senza vincolo di subordinazione, promuovono la raccolta di ordinativi di acquisto presso consumatori privati per conto di imprese che esercitano la vendita diretta a domicilio.

Seppur internet lo presenti come un lavorone dall’alto guadagno… molto spesso dietro c’è un infido mondo di sfruttamento, stress e paghe misere.

Se qualcuno non fosse d’accordo, me lo faccia sapere che ne parliamo.

Comunque, nel mio caso, si trattava di una fregatura bella e buona.

 

Tutto è partito verso la fine di agosto, quando ricevo una chiamata per un colloquio di lavoro per un posto da segretaria, per un’azienda su a Firenze.

Io, entusiasta, comincio ad organizzarmi subito per tornare in Toscana, con la prospettiva felice di essere assunta e avere uno stipendio mio, finalmente. Trovare un treno per risalire è stato più difficile del previsto e nonostante ricerche su ricerche, per quel periodo così vicino alla fine del mese non si trovava alcuna soluzione.

Agitata di perdere questa ghiotta occasione, riesco ad arrangiare la partenza e il colloquio con i miei futuri datori di lavoro per la settimana dopo, avendo così più tempo per prepararmi.

Col senno di poi, forse non riuscire a trovare un treno era il segno che quella proposta non andava accettata…(SPOILER: infatti non ho accettato nulla).

Riesco a risalire a Firenze e dopo aver stipulato il giorno in cui dovrò presentarmi con le mie referenze, per pura curiosità decido di cercare informazioni sull’agenzia per capire meglio cosa fanno. Sì, lo faccio perché voglio essere certa che abbiano una buona nomea.

Da qui, cominciano le stranezze.

Sull’azienda o la persona a capo di essa on trovo quasi niente, tranne che tale ufficio si occupa della vendita di mobili e che lo gestisce una donna. Già da questa lacuna di informazioni (sia su profilo Linkedin e social) mi fa porre un paio di domande. Voglio dire, è strano che qualcuno possiede un’attività, anche se piccola, non abbia un profilo informativo completo su passato, presente e futuro delle proprie esperienze. Persino mia sorella è insospettita. In ogni caso, decido di non pensarci troppo (ancora) e di giudicare di persona il giorno del colloquio, sperando di essere solo io che mi faccio troppi film.

 

La mattina dell’appuntamento arriva, mi sveglio con alte speranze.

Mi vesto di tutto punto ed emozionata mi reco direttamente nella loro piccola azienda, con l’ansia crescente lungo la strada a soli 14 minuti di autobus. Ma all’arrivo, dubbi e domande della sera tornano a galla e comincia ad insinuarsi il tarlo della fregatura.

L’ufficio è molto… allegro. Che non sarebbe tanto male se non fosse il modo in cui è stato reso tale.

L’ambiente è molto curato e confortevole, l’unica cosa che mi disturba, però; sono le numerose scritte di “incoraggiamento” che citano frasi del tipo: il futuro è tuo, puoi farcela, la vita è meravigliosa, ecc. che sono davvero troppe per un’azienda immobiliare. Mi sembrava di essere in un ritrovo di hippy, per fare un paragone.

Non sono la sola ad aspettare l’assunzione (e questo mi rincuora), in un paio di minuti vengo chiamata e il mio colloquio ha inizio.

Beh… non c’è molto da descrivere. La signora con cui parlo mi pone giusto un paio di domande cu cosa faccio e in cosa prevede la mia candidatura… da qui in poi, la scalata al “qui qualcosa con quadra” parte a razzo definitamente.

Senza perdermi in troppi dettagli, ecco l’insieme di tutti quei dettagli che mi hanno fatto capire la fregatura dietro tutta questa storia.

·       A differenza di quanto proposto, tale azienda non vende mobili ma altri tipi di prodotti.

·       Verrò assunta per un posto da venditrice anziché segretaria. Anzi… venditrice manageriale.

·       I giorni di tirocinio saranno solo 2. Retribuiti sì, ma sempre 2.

·       La donna mi parla con una tale velocità che faccio fatica a capire cosa dice e rigira quasi sempre il discorso sullo stesso argomento. Capisco che è fatto apposta perché usavo la stessa tecnica durante gli esami più difficili dell’università.

Sono basita. Non è nulla di ciò che cercavo.

Avrei capito l’errore sui prodotti, ma addirittura sulla posizione di lavoro?? Così scema non sono, ancora!

È questo è solo l’antipasto! Perché c’è la giornata di orientamento di mezzo!

In tale giornata, la direttrice spiega con più premura quello che sarà il lavoro mio e di tutti quei pochi altri che sono stati presi in considerazione per il lavoro.

 

In tutto il tempo prendo appunti su appunti, evidenziando quelle parti che non trovano senso. Praticamente riempio un foglio intero, annotando qualsiasi cosa.

 

Tornata a casa riprendo la mia ricerca su questa azienda, condividendo sia con mia sorella e delle mie amiche tutta la vicenda.

Anche se già l’avevo capito, una mia amica mi conferma che è sicuramente un’azienda che sfrutta la vendita porta a porta, a discapito della salute dei dipendenti, in quanto anche lei si è trovata nella stessa situazione… e che col piffero che ti pagano quanto promesso se prima non raggiunta una quota mensile assolutamente impossibile. Mi dice anche che la sua non è stata una bella esperienza ed è felice di essersene tirata fuori.

Continuo a fare ricerche per confermare quanto già sospettavo. Altre prove emergono sia da internet in cui trovo similitudini alla mia esperienza, sia dal luogo stesso dove noto altri strani particolari. Non perderò tempo spiegandovi di quali prove si trattano, perché la lista è troppo lunga, concludo dicendovi che alla fine ho deciso di rinunciare a questa “fantastica opportunità”, grata di essermi fidata del mio istinto. 

 

Perciò… il mio consiglio è di stare attenti, se siete alla ricerca di un lavoro.

Fate caso a ciò che vi dicono e vi propongono, chiedete consiglio ad amici e famiglia e assicuratevi che il luogo di lavoro sia davvero affidabile come vuole presentarsi.

 

Tutta questa situazione mi ha dato l’idea per scriverci una storia.

 

Chissà, potrebbe uscirne fuori qualcosa di interessante.

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