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Pokemon scarlatto… che storia!

Si, sono una fan dei Pokemon e non mi vergogno ad ammetterlo.

E scrivo questo articolo solo per dirvi quanto l’ultimo titolo mi sia piaciuto.

 

Non mi soffermerò a spiegarvi nel dettaglio cosa siano i Pokemon perché penso che tutti quanti, bene o male, sappiate cosa siano queste bestioline che si trasformano e si combattono tra loro. Vi spiego, invece; in breve, quella che fino adesso è stata la meccanica principale dei videogiochi: l’obiettivo principale del giocatore era completare la raccolta delle 100 specie, sconfiggere gli allenatori più forti e diventare i campioni della propria regione.

Il giocatore si muove in una vasta mappa costellata di città, mari e montagne dai lunghi percorsi, imparerà sia da personaggi importanti che NPC (personaggi non giocanti) trucchi e dritte per far diventare i propri Pokemon i più forti del mondo e come di catturarne di rari.

Dalla sua prima uscita nel lontano 1996 ad oggi, la Game Freak si è rimboccata le maniche per cercare di trasformare ogni edizione in una esperienza indimenticabile non solo con l’aggiunta di nuove creature e nuovi mondi, ma anche da un punto di vista di trama, cardine immancabile in qualsiasi videogioco.

Nei primi titoli (rosso, blu e giallo), in realtà la trama non era così dinamica rispetto ai titoli attuali… ma per noi veterani che l’abbiamo vissuta, era davvero epica: il giocatore si trovava ad affrontare e fermare i loschi piani dell’organizzazione criminale chiamata Team Rocket, la quale arriva persino ad occupare un’intera città con lo scopo di arricchirsi e ottenere il potere sull’intera comunità. I Rocket sono tutt’altro che semplici delinquenti (sono letteralmente la mafia) e arrivano persino a profanare un cimitero e maltrattare un povero vecchio senza farsi scrupoli.

Cattivi a parte, una trama semplice e diretta a quell’epoca ci bastava.

Non avevamo bisogno di altro per divertirci.

Ma per ogni gioco Pokemon che usciva, abbiamo cominciato ad avere una sempre più crescente aspettativa di una storia che ci coinvolgesse, oltre che una sfida competitiva.

 

Pokemon Scarlatto/Violetto per me è riuscita ridare lustro a questo elemento che, personalmente, mi è sembrato fosse stato trascurato nelle ultime quattro generazioni.

 

Per qualche ragione, nelle ultime edizioni avevo sentito una mancanza di impegno e di originalità nelle storie che hanno caratterizzato i giochi.

Nonostante le presentazioni accattivanti da parte della Game Freak prima della loro uscita, una volta acquistato il gioco spesso le aspettative non sono state quelle che mi immaginavo, a parte qualche elemento degno di nota.

Sarò schietta: le ultime trame Pokemon sono state tutt’altro che memorabili.

Per una persona come me, che tiene tanto ad una storia ben strutturata; questo è un grosso punto a sfavore. Sì, in parte questo è influenzato alla mia pignoleria da giocatrice… ma la critica è mossa anche da tutto quel potenziale di trama che è stato rimosso dal prodotto finale, su cui mi sono documentata nel corso degli anni. Un esempio di questo punto lo abbiamo con Pokemon X e Y.

Questo titolo non è male.

Anzi, non è nemmeno tra i peggiori della mia lista personale… eppure ho notato che nella storia (in particolare quando essa arriva a confrontarsi con il classico team cattivo della situazione) dei buchi di trama e parti senza spiegazione logica. Insomma, c’erano delle cose che non mi quadravano e tempo dopo ho scoperto che tali parte sono state modificate, oppure altre sono state rimosse.

Allego il link al video analisi di Pokemon Millenium che spiega passo per passo cosa è successo a quella che avrebbe potuto essere stata una trama fantastica: https://www.youtube.com/watch?v=ooeEuRSohJE

 

Arriviamo dunque a Pokemon Scarlatto: cosa me lo ha fatto amare?

Scarlatto/Violetto è partito nei peggiori dei modi con la sua sfilza di bug e le continue critiche degli acquirenti non mi invogliano di certo a provarlo. Sono contenta di aver cambiato idea e di averlo preso (in realtà mi è stato regalato). Non solo ho avuto la fortuna di divertirmi e di non incappare in nessun bug, ma ho anche avuto il piacere di dovermi barcamenare in tre, e dico TRE, avventure contemporaneamente! E non intendo nemmeno side-quest, bensì proprio storie importanti in cui tu, giocatore, devi rimboccarti le maniche per allenare adeguatamente la tua squadra ed esplorare larghissime zone naturali. Una simile novità per me è stata illuminante. Mi ha dato la possibilità di impegnarmi in situazioni diverse senza dover per forza seguire la solita rotta della vincita delle medaglie dei capi palestra o doverne completare la cosiddetta trama principale per poter giocare dopo ad un’altra vicenda.

Ho giocato contemporaneamente le tre avventure e in ognuna ho vissuto momenti divertenti e persino commoventi, sono rimasta senza parole nei momenti clou e il finale…. Oh, ragazzi, il finale mi ha fatto trattenere il fiato per tutto il tempo. Vorrei poter fare spoiler ma sarebbe ingiusto.

Insomma: È stato uno spasso.

Finalmente una storia come si deve!

Forse inserire tre storie è stato uno stratagemma per colmare l’assenza di alcuni aspetti del gioco, ma onestamente me ne cala poco dopo quello visto, o meglio… giocato.

Stavolta Game Freak ha fatto davvero un lavoro fantastico e se in futuro vorranno incorporare elementi in più, presi magari dal predecessore Pokemon Arceus, non posso che aspettarmi allora una sorta di capolavoro. Almeno spero.

 

Scarlatto e Violetto è un gioco che divide ancora oggi le opinioni dei fan. C’è chi lo reputa una delusione e chi invece ne è stato estasiato come me. Dopo i titoli di Spada e Scudo e Arceus, ci si aspetta molto dall’azienda, soprattutto sui fattori di gameplay e di avventura e si cerca di immaginare fino a che punto può ancora evolversi, proprio come le sue creature.

Per me è stato quasi un ritorno al passato, che ha riacceso una scintilla di passione che credevo di aver perduto col tempo.

 

Che sia l’inizio di una serie avventure dalle storie più emozionanti e mozzafiato? Solo il tempo potrà dirlo. Io, intanto, incrocio le dita.

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