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Le censure belle, quelle senza senso.

L’idea per questo articolo me l’ha data una mia amica ed è perfetta.

Forse in futuro ci farò anche un video, chissà.

Intanto, partiamo subito dicendo cosa è una censura: “Esame, da parte dell’autorità pubblica o dell’autorità ecclesiastica, degli scritti o giornali da stamparsi, dei manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, delle opere teatrali o pellicole da rappresentare che ha lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, l’affissione, la rappresentazione, ecc., secondo che rispondano o no alle leggi o ad altre prescrizioni.”

Questo procedimento viene usato in tutto il mondo e non è una sorpresa.

Il suo utilizzo può essere dovuto alla cautela di non mostrare atti di violenza o parolacce… ma l’aspetto con cui viene spesso rappresentata è quella repressiva o politica, per impedire il diffondersi di informazioni reali che mettano in guardia il popolo.

Un esempio di censura nel nostro paese è quello avvenuto nel mondo della musica avvenuta per motivi politici durante il periodo fascista, in quanto i contenuti di alcune canzoni erano considerati scabrosi secondo i codici morali del periodo negli anni Cinquanta-settanta. Se facciamo una ricerca sulla lista delle canzoni censurate dell’epoca, scopriremo che essere non avevano niente di scabroso.

Oggi però, in un tono più allegro; ci dedicheremo al suo mal utilizzo nei cartoni animati.

 

Con il fine di tutelare i minori, le associazioni come il Moige (MOvimento Italiano GEnitori) mettono sotto analisi tutti quei cartoni animati, in particolare i cartoni di produzione giapponese, che potrebbero contenere elementi di disturbo per il giovane pubblico.

Quello che però queste associazioni non sanno, o non se ne rendono conto; è che la maggior parte di questi spettacoli non sono affatto indirizzati ai bambini ed è inevitabile, dunque, che si trovino scene forti che possono disturbare. Come ho detto nel mio video dedicato all’animazione (che potete trovare nel canale Youtube LaPonto), alcune produzioni sono fatte apposta per un pubblico adulto ma i genitori spesso non lo capiscono e danno la colpa questi. Dal 1998 esiste un'associazione che si batte contro la censura dei cartoni: l'ADAM-Associazione Difesa Anime e Manga, che mantiene contatti con giornalisti esperti del settore fumettistico.

Le principali censure riguardano spesso eliminazione di scene o dialoghi violenti o espliciti.

Ma l'adattamento del programma ad un pubblico molto giovane può portare spesso alla snaturazione del programma stesso, soprattutto quando le censure hanno a che fare con cose abbastanza ridicole oppure sono mal fatte. E di esempi ne abbiamo a iosa.

E non parlo di semplici cambiamenti di nomi di persona perché quello è riferimento come “adattamento”, che ha invece un significato diverso.

In Italia abbiamo perle di censure che ancora oggi sono prese in giro dai fan di tutto lo stivale: abbiamo amiche in atteggiamenti romantici che diventano cugine (Sailor Moon), persone che non muoiono ma vengono solo fatte sparire perché la morte non “esiste” (Yugioh!), uomini che quando si trasformano diventano donne e poi vengono sostituiti con sorelle gemelle (sempre Sailor Moon) e così via dicendo.

I primi anime trasmessi in Italia sulle reti private non furono quasi mai censurati, anche quando contenevano scene vagamente erotiche come in Lady Oscar e in Georgie, mentre sulla televisione pubblica vennero tagliate solo alcune scene ritenute troppo violente nei cartoni robotici e fantascientifici.

Il primo anime ad essere sistematicamente censurato probabilmente fu Alpen Rose, trasmesso in Italia tra il 1985 e il 1986, ambientato nella Seconda guerra mondiale. Si arrivò anche a tagliare 9-10 minuti a episodio, praticamente quasi la metà dell'episodio originale, per evitare ogni riferimento alla guerra. Anche il cartone della stessa casa di produzione e di simile ambientazione bellica, Julie rosa di bosco, fu censurato tagliando ogni riferimento all'Italia: l'aereo che uccideva i genitori della protagonista era italiano.

Figuratevi cosa può essere successo quando Ken il Guerriero è approdato nel nostro paese.

Sapete, potrei anche capire l’oscurare la violenza e le scene di nudo, ma alcune sono talmente stupide che non posso fare a meno di ridere.

La più famosa che tutti conoscono è quella delle due protagoniste della saga di Sailor Moon: Sailor Uranus e Neptune, citata poco fa. Nella versione originale, queste due belle fanciulle hanno una relazione; è più che evidente che queste due si amano, e sono in atteggiamento amoroso per tutto il fumetto! Ma siccome alla società non piace vedere l’amore bello di due lesbiche, hanno deciso di stravolgere il loro ruolo trasformandole in cugine… cosa che ovviamente si è ritorta contro, visto che nell’adattamento animato il romanticismo è più che evidente. Non so cosa hanno fatto nel reboot di Sailor Moon… ma quelli della mia generazione ancora si ricordano bene questa cosa.

Beh, parliamo di censure all’italiana… ma in altri paesi la questione è anche più seria.

 

Negli USA, per esempio; i cartoni sono molto più censurati: infatti i censori statunitensi non si limitano solo a tagliare qualche scena, ma a modificare graficamente il cartone, sostituendo per esempio le sigarette con i lecca-lecca e le pistole vere con versioni giocattolo… o eliminandole completamente, lasciando mani vuote che puntano minacciose le persone.

La censura statunitense è più sofisticata (si fa per dire) di quella italiana in quanto la computer grafica permette ai censori statunitensi di tagliare scene o a modificare alcune immagini in modo talmente perfetto che molte censure non sono affatto evidenti per lo spettatore (sì come no).

Ma ci sono censure anche più ridicole e senza senso, fatte di episodi assenti o finali che vengono alterati/eliminati (che lasciano quindi la storia in sospeso) oppure di stravolgimenti della trama o di tradizioni culturali cancellate.

Yu-Gi-Oh! Duel Monsters è uno di questi esempi: vennero introdotti concetti che non esistevano nella versione originale ma onnipresenti nella versione censurata (il Cuore delle Carte e il Regno delle Ombre), vennero tagliate scene violente, sostituite le musiche originali con altre scelte dalla 4Kids, modificate molte immagini e inoltre reinventata quasi completamente la trama con interi dialoghi stravolti.

Poi c’è anche la questione dei riferimenti culturali giapponesi. Questo, devo dirlo, non viene più oscurato, grazie al cielo, grazie al crescente interesse per il paese del sol levante, ma una volta la questione era diversa: Bandiere, carte geografiche, scritte, come per la maggior parte delle censure alla cultura di riferimento per motivi di comprensibilità, in passato venivano spesso eliminati con fermi-immagine o tagli. In alcuni casi, nonostante la trama di un anime si svolgesse a Tokyo, si preferisce dare alla città un nome di fantasia e non nominare mai la parola Giappone o giapponese. Questi fatti, come il cambio dei nomi, sono un altro evidente caso di semplificazione culturale, con inevitabile impoverimento dell'opera e, paradossalmente, con conseguenze sulla sua stessa comprensibilità. Spesso, ad esempio, se in una scena erano presenti ideogrammi, anziché tradurli o sottotitolarli, si preferiva cancellarli o tagliare addirittura l'intera scena, senza badare a quanto ciò fosse importante per la comprensione della storia.

Un esempio limite è “F - Motori in pista”, dove ogni qualvolta appariva una scritta in caratteri giapponesi, per esempio su un giornale, una vetrina o sui cartelloni pubblicitari a bordo pista, la scena veniva completamente eliminata, rendendo incomprensibile la trama dell'episodio. Erano inoltre eliminati riferimenti alle religioni, sia a quelle più diffuse in Giappone, shintoista e buddhista, sia a quella cristiana.

 

Sembra proprio che a certa gente non piacciano un sacco di cose.

Noi italiani saremo pure bacchettoni, ma in alcuni paesi il problema è così grave da toccare le pericolose aree della cancel culture.

Qualcuno dirà “eh, ma questo succedeva negli anni 90” … beh, da quello che mi capita di vedere in giro sul web, questa cosa succede ancora. Forse gli obiettivi di censura sono diversi, ma ciò non vuole dire che siano per la “sicurezza” dei bambini.

 

Per molti degli elementi censurati, come l’alcol o il fumo, basterebbe che il genitore intervenisse di persona per spiegare al figlio perché quelle cose possono farle solo degli adulti e perché, delle volte; si trasformano in cattive abitudini. In questo modo si soddisfa la sua curiosità e lo si invita a non provarle finché è così piccolo.

Poi ci sono questioni che invece andrebbero spiegate per sensibilizzarlo, come l’orientamento sessuale. Oggi giorno un sacco di sceneggiatori stanno creando con coraggio personaggi dello stesso sesso che si innamorano tra loro (parlo nelle serie a cartoni animati, non i film), abbattendo quei tabù che la televisione e la società hanno sempre imposto di nascondere. Pensieri ormai preistorici, a mio dire. Il bello è che finalmente un tipo di spettatore si vedrà rappresentato e penserà che c’è qualcuno come lui… e se qualche giovane ascoltatore invece non riuscisse a capire il perché di un bacio tra due donne o uomini, basterebbe semplicemente spiegarli come funziona l’amore per certe persone, affinché le tratti con normalità.

 

Per concludere, la censura dovrebbe essere applicata in maniera più corretta e soprattutto dove davvero potrebbe nuocere ad un giovane spettatore, non per nascondere qualcosa che fa parte della quotidianità di una cultura. 

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Commenti: 1
  • #1

    Sofia Scerbo (mercoledì, 01 giugno 2022 14:06)

    Articoli molto ben fatto, complimenti! E aggiungo che abbiamo notato censure consistenti anche nei Simpson e Griffin.