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Vent art

La Vent art non è una corrente artistica, bensì un’espressione per indicare quel genere di disegni che rappresentano lo stato emotivo dell’artista, in questo caso emozioni negative dettate dalla tristezza o dalla rabbia.

Le persone rappresentano sé stesse nel loro peggior momento di debolezza, a volte con un semplice e realistico viso in lacrime, altre invece in maniera più metaforica come, ad esempio, centinaia di frecce che trapassano i loro cuori sanguinanti. Immagini forti, certo. Tanto quanto il loro dolore.

 

Così come certi individui hanno bisogno di svolgere attività fisica per sfogare la tensione, altri invece riescono a liberarsi dal peso della negatività attraverso l’arte. Lo stesso discorso vale anche per quando si ha bisogno di comunicare. Non tutti sono in grado di esprimere a parole il proprio malessere: è più facile mentire dicendo che si sta bene e far finta che sia davvero così, anziché onestamente i propri sentimenti. È l’impresa più ardua del mondo e diventa ancora più difficile, quando si ha l’impressione di essere rimproverati per la nostra debolezza.

Una matita può diventare un fortissimo alleato e si trasforma facilmente in quella forza di volontà che manca quando ci si vorrebbe esprimere con la voce. Si fa del proprio meglio per modellare con i colori e con le forme gli aggrovigliati pensieri, riuscire a rappresentarlo visivamente è l’unica tecnica capace di superare l’ostacolo altrimenti insormontabile.

Questa è una tecnica che usano molto spesso gli psicologi per aiutare i pazienti a dar forma ai propri pensieri così da analizzarli e affrontarli meglio. Anche se il problema non diventa davvero fisico, è più facile vederlo e combatterlo, come una mappa che ci guida all’uscita di un labirinto. Questa pratica in particolare la si usa nei confronti dei bambini visto che, a differenza degli adulti, è la paura ha bloccarli dal confidarsi.

 

Anche i maestri del passato hanno utilizzato questo metodo per raccontare al mondo il proprio sconforto o sfogarsi.

Anche se non si possono definire Vent Art, sappiamo per certo che anche loro hanno sentito il bisogno di manifestare con l’arte ciò che li rattristava. Opere d’arte che molto spesso riescono a toccarci e commuoverci, perché comprendiamo quello stesso dolore.

Capita che qualcuno pubblichi i propri lavori su internet, spesso per far cercare il confronto con altre persone che hanno avuto trascorsi simili o per sensibilizzare le coscienze.

L’idea è anche buona, ma non tutti sono d’accordo.

Giacché l’artista ha la libera scelta di mostrare i propri demoni, qualcuno al contrario potrebbe sentirsi a disagio nel trovarsi davanti scene così forti e tutt’altro che allegre. In molti pensano che queste opere dovrebbero restare nelle gallerie private di chi li crea, evitando così di scatenare spiacevoli contrattempi nei soggetti più sensibili.

Questa è una scelta che spetta all’artista, anche se dubito che gli importi se qualcuno si senta “offeso” da quanto creato.

 

Se egli è ancora attaccato dall’infelicità, avrà cose più importanti a cui pensare. Solo quando sarà libero dal fardello, potrà finalmente trasformare le proprie grigie opere in tripudi di colori che grideranno al mondo la felicità ritrovata.

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