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Uno scatto è per sempre

Tutti quanti abbiamo in casa una raccolta di foto.

Con la mia famiglia abbiamo riempito un grosso scatolone ed ogni tanto, quando abbiamo voglia di rinvangare i vecchi tempi, lo tiriamo fuori (facendo attenzione a non farcelo cadere addosso) e cominciamo un viaggio nel tempo tra i ricordi più belli della nostra vita. Alcune ci fanno ridere, altre ci commuovono, altre ancora raccontano storie di ordinaria quotidianità…. E lì, in quei riquadri di carta, tutto sembra farci credere che stiamo di nuovo vivendo quei momenti.

Oggi tutti possono scattare una foto, che sia con una classica macchina fotografica o con un telefono cellulare; una volta invece si lasciava l’onore a pochi professionisti che dovevano portarsi dietro un macchinario pesante ed ingombrante.

 

La fotografia è un’invenzione incredibile.

Tramite questo mezzo è stato possibile catturare la realtà del momento: un sorriso, un’azione, persino una persona che non c’è più resta lì, impressa sulla pellicola per sempre. Non c’è una regola che ti ordina di dove e quando scattare il momento, si può farlo ovunque; che sia il tuo salotto di casa o la cima di una montagna innevata.

Le prime fotografie apparvero nel 1839 e da allora fino ad oggi, che siamo nel 2021; non sono mai passate di moda.

Come potrebbero? È un eritaggio culturale assolutamente indispensabile.

Oltre alla funzione di “contenitori di ricordi” le si possono usare per mostrare luoghi lontani di un altro emisfero, raccontare fatti di cronaca, mettere in mostra eventi mondani oppure immortalare eventi storici. Di certo per quest’ultima ragione il suo ruolo è stato più che fondamentale. Senza le foto non avremmo prove degli incredibili eventi accaduti come le manifestazioni per i diritti delle donne, la nascita delle più grandi città americane oppure le atrocità dei conflitti di guerra…  scatti che fanno oggi parte di libri di storia.

Che altro si può fare con una foto?

Tanto!

Se si hanno le giuste basi si può fare molto di più che scattare e basta.

A volte gli scatti giusti possono dar vita ad immagini che diventano manifestano di vita, arte ed anche inganno. Con i giusti mezzi, e mi riferisco ai programmi di disegno digitale; è possibile modificare o trasformare il soggetto con effetti speciali non meno incredibili di quelli che si potrebbero vedere al cinema. Ad esempio, si potrebbe far sì che il modello si dissolva in fasci di polvere, oppure togliere ad una donna delle curve del corpo non gradite, o addirittura far apparire un volto fantasma in una foto di gruppo.

Curiosamente tali modifiche erano già in voga ai tempi in cui c’era ancora il bianco e nero. In questo caso erano sfruttati in particolare per questioni politiche più di quanto non li faccia oggi.

Per maggiori curiosità: https://www.focus.it/cultura/storia/7-trucchi-fotografici-di-quando-non-cera-photoshop

 

Purtroppo molti imbecilli sfruttano la fotografia per denigrare, imbrogliare o invadere la privacy altrui.

Come accade a qualsiasi novità progettata per fini benevoli, anch’essa e stata presa da mani di corrotti e bifolchi per essere sfruttata per scopi tutt’altro che positivi. Basta vedere i paparazzi che non esitano a rubare scatti a celebrità nei loro momenti di pace ed intimità, gli uomini gelosi che diffondono sulla rete le foto delle ex compagne per il “revenge porn” ed altri motivi squallidi che coinvolgono anche bambini.

È ingiusto che una tecnica così meravigliosa venga rovinata così, nonché un insulto al servizio che ha reso per tanti anni.

Portiamogli rispetto, perché altrimenti non avremmo ricordi a cui aggrapparci.

 

 

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