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Sequel e prequel: storie che continuano a piacere… oppure no.

Cavalcando l’onda delle idee spesso mal sfruttate, oggi tiro fuori un altro delicato soggetto di cui si discute spesso: i sequel e i prequel.

·         Il sequel è l'opposto del prequel e vuole continuare la narrazione delle vicende e della vita di personaggi già conosciuti. Vi è dunque corrispondenza tra l'ordine cronologico di produzione del film e quello dell'ambientazione di quest'ultimo.

 

·         L'aspetto essenziale del prequel è che si concentra su eventi che avvengono prima della narrazione originale. È, dunque, l'opposto del sequel, e sconvolge la corrispondenza cronologica tra la produzione di un film o di un racconto e la sua ambientazione, tornando indietro in quello che è l'ordine degli eventi presentato dalla storia (o dalle storie) precedente.

 

Per quando una “nuova avventura” sembri allettante, non sempre si rileva eclatante. Abbiamo intere saghe di film che ogni tanto saltano fuori per raccontarci ulteriori storie (spesso non richieste) degli eroi e dei cattivi di cui già sapevano ogni cosa dalla prima opera.

Perché continuare a mettere in affanno l’eroe, quando la sua storia si è già conclusa bene? Perché rompergli ulteriormente le scatole? Da spettatrice, molto spesso non vedo la necessità di continuare qualcosa che è stato terminato bene ed in maniera esaustiva. Difatti mi definisco sempre una persona contraria ai seguiti, lo dico sempre a tutti.

Ma io stessa devo ammettere ci sono quelle eccezioni che si rivelano dei capolavori.

Difatti i seguiti, a differenza dei remake di cui abbiamo già parlato, sono spesso più bel accolti ed apprezzati, sempre dipeso da come questi vengono realizzati.

 

Sono i più abusati nel campo cinematografico.

 

Star Wars, Fast and Furios, James Bond, Mission Impossible… sono solo alcuni dei titoli che fanno parte delle “grandi saghe”.

Saghe che fino al secondo/terzo capitolo potrebbero anche averci fatto impazzire… e poi, col proseguire; sono diventate monotone. I difetti che fanno dei sequel una delusione possono essere tanti: mancanza di originalità nelle trame, design dei costumi orrendo, sceneggiatura scritta coi piedi… insomma, difetti a centinaia.

Magari non è sempre così, a volte il seguito può rivelarsi migliore del primo capitolo o si rivela semplicemente all’altezza delle aspettative degli spettatori (quando succede). Un compito molto difficile da rispettare per il registra, soprattutto se ha in mano un lavori basato su un libro come “Il Signore degli Anelli” o “Harry Potter”.

 

I prequel  si trovano nella medesima posizione.

Però hanno il vantaggio di essere sfruttati per mettere in mostra storie nuove e quindi seguire solo alcune le regole.

 

A meno che non faccia sempre parte della storia che si vuole raccontare, è di moda, da qualche tempo; creare film sull’origine di un personaggio. La Disney, per esempio; ha creato e continua a creare opere sull’origine di famosi cattivi come Malefica della “Bella Addormentata”, e quest’anno dovrebbe uscire anche il film sull’origine di Crudelia De Mon. Esempi di prequel sono gli episodi I, II e III della saga di Star Wars, girati a cavallo degli anni novanta e duemila, che si collocano precedentemente agli episodi IV, V e VI, realizzati oltre vent'anni prima. Altro esempio di prequel è Monsters University, prequel di Monsters & Co. [wikipedia]

I Prequel funzionano, però devono stare attenti a non creare dei conflitti con le regole delle trame principali.

Un fedele spettatore si renderà subito conto se ci sono incongruenze tra i due periodi storici del film.

 Il film del 2009 Star Trek presenta personaggi della serie TV degli anni '60 Star Trek, ma all'inizio della loro carriera. Tuttavia, il film è ambientato in una linea temporale alternativa causata da un capitano Romulano dell'universo della serie originale che torna indietro nel tempo e interferisce con la storia. Pertanto, il film è stato descritto contemporaneamente come un prequel, un sequel e un reboot.

 

Sequel e Prequel sono molto presenti anche tra i videogiochi e libri.

Perché non dovrebbero dopotutto?

 

Tra i romanzi la gestione è più facile perché l’autore si può permettere di gestire il proprio mondo scritto come meglio crede. Egli può tenere più o meno conto dei possibili errori commessi, seguire una storia già scritta o creare situazioni del tutto nuove.

Ha più libertà, insomma. Deve però star attento a non rendere noiosa la lettura o commettere scorrettezze nei confronti dei lettori. Il bello di questo genere è che si possono riutilizzare gli stessi personaggi per diverse avventure anche se non sono collegate tra loro, come nel caso di Robert Landon, protagonista indiscusso delle opere del celebre Dan Brown, o l’investigatore Poirot della famosa scrittrice Agatha Christie. 

Entrambi i personaggi si ritrovano in più storie dei propri autori, ma in situazioni sempre diverse tra loro (o quasi).

Certo, un sequel letterario ottiene più visibilità quando sulla copertina troviamo un nome importante. Ma anche i grandi autori possono fare degli scivoloni.

*Per un’occhiata più approfondita, vi consiglio di leggere questo articolo:  https://blog.graphe.it/2013/12/31/sequel-letteratura-eterni-secondi-o-una-specie-da-salvare

 

E i videogiochi?

È curioso perché all’inizio i videogiochi non erano stati concepiti per avere seguiti come li intendiamo oggi, bensì come delle versioni aggiornate dell’originale, soprattutto quando ancora il concetto di “gioco d’avventura” non esisteva ancora.

Per esempio, Mortal Kombat o Street Fighter, per quando abbiamo un minimo di trama, alla fine ebbero successo più per le novità della modalità di gioco e i personaggi da picchiare brutalmente. Oggi invece non se ne possono fare a meno.

Anzi, oggi addirittura si realizza un gioco uguale tanto quanto ad un film.

Con quelle grafiche cos realistiche, è difficile resistere alla tentazione di comprarli… purtroppo però nemmeno i videogiochi si salvano dalle critiche e qui le conseguenze sono anche più gravi.

Per quanto possa suonare incredibile, un sequel può addirittura far chiudere la casa di produzione.

Un film può salvarsi con le critiche, i giocatori invece non perdonano.

*Vi rimando a questo interessante articolo: https://www.tomshw.it/videogioco/videogiochi-e-sequel-non-una-buona-idea/

 

Perciò… il successo e il fallimento di questo genere è su un solido pareggio.

Possono esserci cose buone e brutte.

Delusioni e trionfi.

 

A noi spettatori, lettori e giocatori, l’ardua sentenza di decretarne la qualità.

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